Non si può morire di scuola-lavoro

Senza farsi intimorire dalle cariche della polizia delle scorse settimane, le studentesse e gli studenti sono scesi in piazza in 40 città, allargando questo movimento. Le manifestazioni studentesche di oggi, frutto di una settimana di occupazione delle scuole, sono fatti importanti.

Non solo perché una nuova generazione prende l’iniziativa sociale e politica dopo due anni di pandemia, ma perché dopo che due anni fa a decine di migliaia ragazze e ragazzi erano scesi in piazza per rivendicare la giustizia climatica e un cambiamento di sistema sempre più indispensabile, oggi sono si sono ripresi la piazza mettendo al centro del dibattito e della lotta la loro condizione presente e futura.

In piazza si è manifestata la giusta rabbia per la morte, durante gli stage, di Lorenzo e Giuseppe, perché, come si leggeva sui loro striscioni, «di scuola-lavoro non si può morire», ma si è denunciato l’orizzonte di precariato a cui è destinata questa generazione.

Sono ragazze e ragazzi che vedono i loro fratelli maggiori passare di stage in stage, di contratto di apprendistato in  contratto di apprendistato, di posto precario in posto precario, senza sapere neppure più cosa sia una pension.
E hanno sbattuto in faccia al governo Draghi che non basta essere soddisfatti per un rimbalzo che porta l’Italia a un indice di sviluppo del +6%, se questo si traduce solo in assunzioni a tempo determinato, come sta avvenendo (peraltro, dopo aver distrutto l’articolo 18, anche i contratti a tempo indeterminati ormai lo sono solo nominalmente).

Queste ragazze e questi ragazzi, dopo due anni di pandemia e di didattica a distanza, con coraggio e determinazione si sono ripresi in mano le loro vite, con un gesto di grande solidarietà verso i loro compagni morti e verso le loro famiglie, indicando con generosità ancora una volta che questo mondo è da cambiare e in fretta. 

Anche a Pinerolo stiamo assistendo a questa ondata di occupazioni e mobilitazioni, a cui esprimiamo totale solidarietà.

Precarietà, insicurezza sul lavoro, diseguaglianze sociali, sfruttamento, lavoro povero, sono realtà concrete che segnano in profondità la nostra società, e contro tutto questo bisogna lottare!

Aprire un dialogo sociale immediato con gli studenti in lotta.

A fianco degli studenti in lotta! Che la morte di Lorenzo e Giuseppe non sia avvenuta invano!

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