
“Mi chiamo Salvo Neri, sono nato a Leonforte (EN) nel 1961, vivo a Pinerolo da 31 anni. Laureato presso la Facoltà di Magistero di Torino, ho lavorato agli inizi degli anni ‘80 come educatore all’ex Ospedale Psichiatrico di Collegno, nelle comunità alloggio aperte dopo la legge 180 del 1978 – meglio conosciuta come “legge Basaglia”. Una legge che ha cambiato l’idea, le istituzioni, i servizi e le pratiche dell’assistenza, trasferendo e trasformando i luoghi della “reclusione” in luoghi inclusivi e non separati dalle comunità, luoghi in cui accogliere e aiutare le persone sofferenti e fragili.
Dal 1990 lavoro per il comune di Torino. Dopo un primo impiego nel settore Servizi Culturali, dal 2004 sono Responsabile Pedagogico di Circolo didattico (scuole e nidi di infanzia). Da oltre 10 anni sono RSU presso il comune di Torino (CGIL Funzione Pubblica).
Sono sposato, ho due figli e un gatto. I miei interessi e passioni sono la musica, il cinema, gli studi storici, la lettura e lo sport, sia come spettatore che come pratica.
Sono convinto che le scelte delle amministrazioni locali debbano essere orientate a politiche cittadine che operino affinché la comunità possa essere d’aiuto ai più fragili e insieme sviluppare una idea di città accogliente, inclusiva e sicura, nella convinzione dell’intimo legame esistente fra questi attributi.
La politica è da intendere come luogo essenziale di pratica democratica anche attraverso i sistemi partecipativi che sostengano e sollecitino le istituzioni. Una città che sia il luogo per tutti, un luogo di incontro e di relazione, di molteplici possibilità culturali, linguistiche, sociali, estetiche, etiche, un luogo di apprendimento democratico.
Il mio percorso professionale in ambito educativo mi porta a considerare i percorsi formativi ed educativi come elementi fondanti di ogni comunità.
Per me il fare politica abbraccia tanti aspetti. Si tratta di costruire insieme le condizioni che garantiscano ad ognun* diritti soggettivi non contrapposti ma mediati dai diritti collettivi. È necessario consentire a ciascun* di sentirsi riconosciut* e accolt* nella propria unicità e diversità. Dobbiamo sostenere una rete di servizi capaci di innovarsi, di rispondere a nuovi bisogni, per ricercare il benessere di ognun*, promuovendo l’uguaglianza, l’integrazione culturale e sociale in un rapporto fra cittadinanza e democrazia partecipata che ci interpella tutti e tutte”.