
La manifestazione nazionale che si tenuta a Firenze sabato 18 settembre è stata una imponente prova di solidarietà con i lavoratori metalmeccanici della GKN e contro i 422 licenziamenti (via watshapp) inaccettabili nella forma e nella sostanza.
La città di Firenze si è ancora una volta raccolta attorno ai suoi lavoratori. Quella dei lavoratori GKN non è solo una lotta per difendere la dignità di donne e uomini che consumano la loro vita in fabbrica e sul luogo di lavoro, ma una lotta che deve essere vinta anche per l’alto valore simbolico che ha ormai acquisito, e deve essere vinta per tutti i lavoratori, per difendere tutti i posti di lavoro.
Le lavoratrici e i lavoratori non possono essere eroi quando lavorano in pandemia per tenere insieme il paese, e poi essere licenziati con un whatsapp “perché il mercato lo vuole”, né possono essere costretti a lavorare senza protezioni, come le 1000 Luana D’Orazio che ogni anno muoiono di lavoro, magari tritata da un orditoio manomesso.
Crediamo che la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori GKN, con il loro striscione “Insorgiamo”, abbiano suonato la sveglia mandando a dire a tutti che non siamo solo forza lavoro, ma siamo lavoratrici e lavoratori orgogliosi del proprio lavoro e che vogliono essere protagonisti in una stagione che vedrà tanti cambiamenti e innovazioni.
La vicenda GKN ci ricorda da vicino la triste vicenda che Pinerolo ha vissuto con la chiusura della PMT (ex Beloit), con i suoi licenziamenti. Anche in quella vicenda abbiamo visto che la solidarietà dell’amministrazione comunale e della città non è stata sufficiente a salvare quei posti di lavoro, ma quella solidarietà è dovuta, perché perdere il posto di lavoro è un dramma in una società che non è stata ancora in grado di costruire ammortizzatori sociali adeguati dopo aver demolito la vecchia cassa integrazione e dove ci sono personalità politiche che si dicono di centro-sinistra come Renzi che dopo aver abrogato l’articolo 18 (cosa che non era riuscita neanche a Berlusconi), attacca un giorno sì e l’altro pure il reddito di cittadinanza, in una forsennata “caccia al povero” che ha del vergognoso.
Quel fiume di solidarietà che ha attraversato Firenze ci ha ridato fiato e ha ottenuto un primo risultato con la revoca dei licenziamenti da parte della magistratura grazie a un ricorso della Fiom. Non esiste solo la questione green-pass in Italia (per inciso condividiamo la posizione del segretario della CGIL Landini, che «non si deve pagare per andare a lavorare» e che in assenza di obbligo vaccinale i tamponi per le lavoratrici e i lavoratori devono essere almeno fortemente calmierati se non gratuiti, perché chi prende uno stipendio di mille-milleduecento euro non può certo spenderne duecento in tamponi), ma ci sono lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro, dalla logistica alla GKN, e che per questo sono tornati a lottare.
Ritirare i licenziamenti per i 422 lavoratori GKN!