Avendo contribuito al programma elettorale con un lavoro collettivo, corale e partecipato non possiamo che dirci soddisfatti della linea tracciata per i prossimi cinque anni.
In modo particolare ci sentiamo rappresentati nell’idea che per Pinerolo si voglia continuare a pensare e costruire una Comunità. Guardiamo con molto interesse alla possibilità di nuovi spazi per la socializzazione e ci piace l’idea che ogni quartiere, ogni frazione abbia la sua casa, che è poi la casa dei cittadini e dei loro bisogni. Contestualmente a questo argomento, come abbiamo avuto già occasione di dichiarare in altri contesti, ci piace molto la progettualità che si sta disegnando sulla Casa del Fanciullo. Riteniamo che sia un luogo ricco di storia, ed è importante restituire alla Città un patrimonio antropologico di un luogo che ha contribuito a formare tante persone che in qualche modo hanno dato a Pinerolo molto. Un progetto di così ampio respiro permetterà di ristabilire una sorta di patto tra il passato e il presente, ma guardando al futuro. Uno spazio vissuto da bambini e bambine non troppo fortunat*, spesso figli di immigrati del sud che ora diventa teatro di rigenerazione.
Il nostro entusiasmo per le Case di Quartiere è determinato dal fatto che le vediamo perfettamente in linea con la nostra idea di Cultura, che inevitabilmente deve diventare inclusiva per poter essere il trait d’union di tutte le fasce sociali e anagrafiche che ne dovranno fruire, perché quell’idea di Comunità da cui siamo partiti possa realizzarsi. Ecco perché è importante parlare di Welfare culturale, ma anche di scuola e di anziani. Una vera Comunità mette in comunicazione le storie e i saperi perché si possano trasformare e rigenerare in un’alta qualità di vita, che ha però bisogno di sostegno perché si possa esprimere in toto. Per sostegno si intende erogazione di servizi in aiuto alle famiglie, come i servizi a domanda individuale, i nidi come spazio educativo e servizio sociale di interesse pubblico, in quanto supporto alla gestione familiare complessa, le scuole che possano essere spazi di vita per tutti gli abitanti del quartiere, trasporti che siano reale risposta ai bisogni e una offerta sportiva che si integri con le varie offerte culturali e sociali dei quartieri e della Città. Per questo auspichiamo anche che il Sindaco voglia giocare il ruolo di capofila del territorio che è stato riconosciuto anche in passato, con tutti gli attori insistendo con i vari interlocutori [vedi trasporti] che inizino a guardare realmente le necessità, e non solo i profitti.
La Pandemia ha dato maggiore spazio alle fragilità rendendoci più consapevoli dell’attenzione che meritano alcune temi come l’impegno per gli adolescenti [troppo spesso quando si parla di giovani si pensa solo ai ventenni], gli anziani e per i segmenti più svantaggiati della popolazione. In questo programma di mandato si trovano tante risposte a queste questioni a partire dalla promozione delle politiche di reinserimento lavorativo, all’inclusione digitale, ad un’idea di sport sempre più inclusivo e meno elitario. Ma anche l’impegno al miglioramento del verde pubblico che è una chiara volontà diretta al miglioramento dello stile di vita: piantare una nuova pianta significa anche attuare un piano di didattica alternativa. Si instaura così un circolo virtuoso tra l’ambiente e i cittadini: una buona governance ambientale contribuisce a una buona qualità di vita, che inevitabilmente supporta la governance futura. In questa riflessione rientra anche la grande importanza che diamo alla necessità di dare continuità al progetto della ciclabile. [diceva un famoso ciclista svizzero “La Bici permette a un bambino di crescere, a un professore di sognare. A entrambi di scoprire”, sarebbero interessanti progetti didattici a partire proprio dalla ciclabile]
Ribadiamo il nostro impegno a monitorare la situazione occupazionale del territorio, con particolare attenzione ai settori colpiti dalla crisi pandemica, per i quali è necessario e prioritario cercare canali di finanziamento e spazi di progettazione per percorsi di reinserimento lavorativo, nel rispetto delle competenze e potenzialità dei lavoratori da reintegrare. Così come riteniamo sia necessaria la riflessione sull’offerta formativa del territorio: non è un segreto che la filiera dell’indotto Fiat, storia formativa anche del pinerolese, non ha più la stessa capacità di assorbire risorse umane. Auspichiamo che nei prossimi cinque anni Pinerolo diventi ancora più bella, ma soprattutto sia una città in cui sia bello vivere. Una Città di cui avere cura, ma una Città che sa prendersi cura dei propri cittadini, non solo nei bisogni primari, ma anche nell’arricchimento culturale e sociale, attraverso un processo che porti l’integrazione dei servizi con la naturale predisposizione artistica della Città.
(Intervento nel Consiglio Comunale del 22 Dicembre 2021)